Tre giorni in Val Venosta – 29 Aprile/01 Maggio 2017

Data evento: Dal 29/04/2017 al 01/05/2017

Dal Passo di Resia, dove nasce l’Adige, la Val Venosta arriva fino alle porte di Merano, costituendo il lembo più occidentale della provincia di Bolzano. Confina a nord con l’Austria, a ovest con la Svizzera, a sud con la Lombardia e con il Trentino. Lunga 80 Km, la valle ha prima direzione nord-sud, poi ovestest. È sormontata dal Gruppo dell’Ortles a sud-ovest e dalle Oetzaler Alpen a nord-est. La valle è stata abitata fin dal neolitico, come testimoniano i resti trovati in località Juvale; su di essi sorge un castello costruito nel XIII secolo, ora residenza estiva di Messner. Addentrandoci nella valle, il primo borgo che troviamo è Naturno con la chiesetta di S. Procolo (la cui prima struttura è databile al 630 – 650 d.C.) e il vicino museo; vi si trovano affreschi del VII secolo, i più antichi di tutto il territorio di lingua tedesca. Molto interessanti anche affreschi gotici del 1400. Altra sosta obbligata è Sluderno dominato da Castel Coira, un complesso del 1259 edificato da Heinrich von Montfort di Coira e gestito, ormai da generazioni, dai conti Trapp. Al suo interno è possibile ammirare alcune rappresentazioni pittoriche così come la più ricca collezione di armi e armature al mondo. Dal punto di vista naturalistico, merita certamente una visita il biotopo di Sluderno, dove è possibile ammirare numerose specie di flora e fauna a rischio di estinzione.
Silandro conserva inoltre importanti bellezze storico-artistiche, prima fra tutte la Chiesetta di San Ingenuino (citata per la prima volta nel 1148) al cui interno sono conservati preziosi affreschi, come la raffigurazione del panorama di Silandro prima dell’alluvione del 1731 che riporta ancora l’esistenza del Castello di Strachelburg. Caratteristici della val Venosta sono i Waalwege, i sentieri che corrono lungo gli antichi canali di irrigazione. Lungo il Waal si snoda una passeggiata che da Silandro porta a Castel Silandro, attraversa poi la gola selvaggia del Rio di Silandro, e arriva nei pressidella chiesetta di S. Egidio a Corzes. Tra le bellezze storico-artistiche che è ancora possibile ammirare a Malles è da menzionare la chiesa di S. Benedetto risalente all’800 d.C. circa, la cui nicchia centrale riporta gli affreschi che rappresentano Papa Gregorio Magno e di Santo Stefano. Ma il gioiello della città è l’abbazia di Monte Maria, monastero benedettino che sorge appena sopra Bourgusio, frazione di Malles. Si tratta dell’edificio benedettino più alto d’Europa (1.335 m s.l.m.), ed è uno dei monasteri più importanti del Tirolo. Edificato nel XI sec., nel 1647 il complesso fu rivisitato architettonicamente in chiave barocca; la chiesa rappresenta l’unico esemplare di basilica a tre navate colonnate in Val Venosta. La cripta romanico-bizantina, che è la parte più antica dell’edificio e che non ha subito modifiche nel corso della storia, ospita ancora oggi affreschi romanici con influssi bizantini, esempio rarissimo in tutta la regione alpina. Straordinaria ad ogni angolo, con i portici che la attraversano e le mura che la circondano, Glorenza (circa 800 abitanti) per la sua bellezza e la sua particolare struttura architettonica del 16° sec. è stata integrata nel circuito de “I Borghi più Belli d’Italia”. Nominata per la prima volta in un documento del 1163, Glorenza fu più volte rasa al suolo tanto che, l’imperatore Massimiliano, nel XVI secolo, decise di proteggerla con delle mura di cinta, oggi ancora largamente visibili.
Il piccolo centro urbano di Glorenza, affascinante per le sue case e residenze pittoresche, è reso particolare dai suoi suggestivi portici del XIII sec. Il monastero di San Giovanni a Müstair si trova in Svizzera, appena attraversato il confine. Convento e museo sono ricchi di storia e fascino e offrono uno straordinario sguardo sul passato. Fu Carlo Magno ad aver contribuito in prima persona alla sua edificazione, avvenuta nel 775 circa. A quel tempo monache e monaci popolavano il monastero; ora invece esso è abitato da nove monache benedettine in clausura. Risale al 775 un prezioso ciclo di affreschi di epoca carolingia, che rappresenta la vita di Cristo; un successivo ciclo di affreschi romanici risalenti al 1200 raffigurano San Giovanni Battista e i martiri Stefano, Pietro e Paolo. Numerose pitture, stucchi, volte, salotti rivestiti in legno così come oggetti di vita quotidiana, raccontano il convento sin dall’antichità. Ulteriori elementi importanti sono certamente la statua in grandezza naturale di Carlo Magno, realizzata subito dopo la sua canonizzazione del 1165, la Cappella della Santa Croce nell’angolo sud-est del convento, la residenza vescovile pre-romanica del 1035 e la corte agricola occidentale. E non potremo trascurare il malinconico paesaggio del lago di Resia, il bacino artificiale che sommerse il paese di Curon di cui rimane ora visibile soltanto la parte superiore del campanile trecentesco e conoscermo la triste storia degli abitanti che
invano si opposero alla distruzione del loro borgo.

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