Monte Tudaio

Data evento: 08/06/2025

Il Monte Tudaio è una cima alta 2.114 m s.l.m. che si trova nel territorio comunale di Vigo di Cadore. Questo monte da secoli è entrato nella storia del Cadore e anche dell’Italia, scandendone le tappe di pace e guerra, di lavoro e di fame. Poco sotto la sua sommità si trovano i resti del Forte Tudaio, una fortificazione italiana costruita ai tempi della Prima Guerra Mondiale per prevenire attacchi da parte delle truppe austro-ungariche lungo la Val d’Anisei o dal Centro Cadore. Proprio una casermetta dello storico forte è stata recentemente convertita a bivacco permanente, dedicato ad una figura storica dell’alpinismo di Vigo: Luigi Da Rin Chiaurei, avvocato originario di Piniè, frazione dalla quale inizia l’ascesa al Tudaio, ma soprattutto pioniere dell’alpinismo locale.
Il Monte Tudaio ha rappresentato nella storia uno dei primi contrafforti delle Dolomiti, grazie alla sua posizione che gode di un ottimo panorama a 360° che spazia dall’Alta Val Piave alla Val d’Ansiei, mostrando le cime più belle, dal Cridola alle Marmarole, fino alle Tre Cime di Lavaredo e al Peralba. Sulla cima del monte si trovano i resti del maestoso Forte Tudaio e qui, ancora oggi, chi sale può toccare con mano e respirare l’atmosfera di una guerra preparata e mai combattuta, di un’egemonia militare fortissima, ma ancor prima di una storia “civile” del monte, che con i suoi prati e boschi per secoli ha sostenuto la vita delle genti di Vigo, Laggio, Pelos e Piniè, fino al 1908, anno in cui sono arrivati i militari per iniziare la costruzione della mulattiera che tornante dopo tornante giunge fino al forte corazzato in cima al monte.
Questo forte fa parte di un apparato militare molto esteso e snodato sia nel paese di Vigo e frazioni, sia nei paesi vicini, che insieme garantivano il totale controllo di tutti i fondivalle circostanti (Auronzo, Comelico e Centro Cadore). In particolare, il compito dell’appostamento di Monte Tudaio era quello di proteggere la Batteria di Col Piccolo a Vigo, posta sopra al paese, dalle offese provenienti dall’altopiano di Danta, dalla Val Ansiei, dalla Val Piave, dalla Val Piova e dal Passo della Mauria. Il Cav. Ferdinando Pecco, ufficiale del Genio Civile nativo di Ivrea, è l’uomo che più di tutti ha legato il suo nome a gran parte degli impianti fortificatori cadorini nel periodo 1905-1911, a partire dal progetto della Batteria di Col Picco. Per costruire questi giganti d’alta quota si sono sfruttati ingegneri, artiglieri, maestranze locali, molto spesso donne, assicurando ad una popolazione economicamente esausta una sorta di rimedio all’emigrazione all’estero. Anche la tecnologia è stata determinante nell’assemblare corazze di acciaio e nichelio affondate nel cemento armato, contribuendo al trasporto di materiale con ingegnose teleferiche. Sono ancora visibili i resti della stazione d’arrivo della maggiore delle tre teleferiche del forte.
Il forte di Monte Tudaio si presentava maestoso e di notevole ampiezza. La mulattiera militare arriva all’entrata del Forte; questa, è preceduta da un piccolo corpo di guardia, oggi Bivacco del CAI Vigo di Cadore “Luigi Da Rin Chiauriei”, oltre il quale una galleria di lunghezza 30 m immette nel perimetro fortificato. L’opera, realizzata tra il 1911 e il 1915, era distribuita su tre piani. Fin dai primi giorni della Grande Guerra però, il forte fu tagliato fuori dal vivo delle operazioni, perché troppo lontano dal fronte. Divenuto di nuovo importante in seguito alla ritirata di Caporetto, entrò in azione sparando molti colpi sulle truppe austriache giunte ad Auronzo e a Santo Stefano di Cadore. La guarnigione abbandonò l’opera dopo un sommario sabotaggio e un anno dopo, tra il 18 e il 26 ottobre 1918, al momento di ritirarsi, gli austriaci lo distrussero meticolosamente, sebbene con notevoli difficoltà. Il forte di Monte Tudaio, e le tante strutture complementari del circondario, trasformato in un ammasso informe dagli austriaci.
Noi seguiremo l’antica strada militare (sentiero CAI 339) costruita tra il 1909 e il 1912, e tramite la quale sono stati trasportati i cannoni sulla sommità, che dopo 35 tornanti lungo il versante orientale si raggiunge la vetta. Questa via non presenta particolari difficoltà di percorrenza, ma il dislivello risulta piuttosto elevato. Percorrendo questo itinerario si possono vedere tutti i luoghi che contribuivano alla vita del forte: i ricoveri militari, il forno del pane, le vasche di raccolta d’acqua, le fortificazioni di Col Muto (grande galleria realizzata tra il 1916 e il 1917 come alternativa al forte, la quale, dopo aver attraversato tutto il colle, sbocca in 4 cannoniere affacciate sul Comelico e sulla Val Ansiei), e i segni delle baracche.

– PARTENZA: Parcheggio Via Piave – LANCENIGO ore 06.30
– SOSTA : Panificio Pasticceria Da Vià – Domegge
– ARRIVO : Parcheggio PINIE’ di Cadore mt. 880 ore 09.00
– CIMA monte TUDAIO mt. 2.114 (sosta pranzo) ore 12.30/13.00
– DISCESA ore 13.30
– ARRIVO al parcheggio ore 17.00
– RIENTRO a LANCENIGO ore 19.00

Salita mtDiscesa mtDistanza kmDifficoltàTempi/ oreCarta TabaccoAccompagnatori
11.240 mt1.240 circa16EE7 con le pause016Danielli Antonella – Feltre Maurizio

ABBIGLIAMENTO DA ESCURSIONISMO – BASTONCINI – PRANZO AL SACCO

QUOTA SOCI € 22.00( compreso costo auto) – NON SOCI € 22.00 + 15,00 (ASSICURAZIONE)

FORMAZIONE AUTO VOLONTARIE COSTO AUTO STABILITO PER LE USCITE SOCIALI CAI.

Le informazioni finali di partenza saranno fornite tramite messaggistica WhatsApps sul gruppo temporaneo il venerdì sera antecedente l’escursione.

ISCRIZIONI E PRESENTAZIONE IN SEDE: VILLA LETIZIA – VIA TANDURA – TREVISO
MERCOLEDÌ 8 GIUGNO ORE 21.
Per informazioni contattare : – DANIELLI ANTONELLA +39 3202147730 – FELTRE MAURIZIO +39 3479071974

Scarica locandina (pdf)

Gli Accompagnatori hanno la facoltà di escludere i partecipanti che non abbiano le attrezzature richieste e potranno, inoltre, apportare variazioni all’itinerario, compreso l’annullamento, in funzione delle condizioni meteo, ambientali.Regolamento escursionismo: https://www.caitreviso.it/wp-content/uploads/2021/06/REGOLAMENTO-ESCURSIONI-SOCI.pdf

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