Salite e itinerari di arrampicata

Salite

  • La via comune al Sass d’Ortiga (2631m) è sicuramente l’ascensione più interessante perché facile (II grado), molto panoramica e alpinisticamente del massimo interesse per l’eccezionale qualità della roccia di tutte le sue pareti. Ha lo spigolo ovest che sta alla pari dello Spigolo del Velo e le pareti SO e N sono verticali e di roccia ideale per l’arrampicata. Anche la parete est che scende più gradualmente ha una sua personalità: le balze erbose sono separate da salti di roccia compatta e su di esse crescono le più belle stelle alpine delle Dolomiti. Il Sass d’Ortiga è una cima ardita, elegante e un po’ solitaria, circondata com’è da cime nettamente più basse. La  Pala del rifugio, che è la cima più importante del circondario, è ben 300m più bassa. Partendo dal rifugio, il dislivello da superare per andare in vetta sono esattamente 1000 metri che richiedono 3 ore per l’andata e 2 per il ritorno. Il Sass d’Ortiga è stato salito per la prima volta il 22 luglio 1892 da D. Diamantidi, con G. Zecchini e P. Kotter, seguendo l’attuale via comune.
    Dal Rifugio Treviso si risale tutto il Vallon delle Mughe per il sentiero 720. Alla Forcella delle Mughe (2261m) lo si abbandona girando a sinistra in direzione nord per portarsi sul versante est. Si risale un pendio erboso con ometti e visibili tracce, un salto roccioso si supera scegliendo i passaggi più facili, molto intuitivi, poi si continua stando poco a destra della Cresta sud fino in vetta.
    Giunti in vetta non fatevi prendere dall’ansia della discesa e, se il tempo è sicuro, per un tempo ragionevole lasciatevi dominare dalla pigrizia. Rilassatevi e ammirate lo spettacolo che offre la natura. Non perdetevi la parte migliore della vostra giornata.
    DISCESA: Dalla vetta si punta dapprima verso ESE, poi seguendo ometti e tracce si piega gradatamente a sud tenendosi poco a sinistra della cresta. Un salto più ripido si supera cercando i passaggi migliori (II grado) e si continua per facili rocce mise ad erba fino alla Forcella delle Mughe (1 ora). Ancora 1 ora per il sentiero 720 per tornare al rifugio.
  • Come seconda possibilità proponiamo la Cima dei Lastei (2844m) che offre un’ascensione molto interessante, buon esercizio fisico e di orientamento su una montagna imponente, più impegnativa della precedente soltanto per la maggior lunghezza del percorso. La prima ascensione è di P. Müller e G. Zecchini il 26 giugno 1897 per l’itinerario qui descritto. Per rendere il percorso più vario ed interessante, andata e ritorno sono distinti come negli anelli.
    Dal Rifugio Treviso con il sentiero 707 si raggiunge il Passo Canali e qui lo si abbandona per puntare verso OSO con il 708 costeggiando a nord le due Cime di Manstorna fino a raggiungere il centro della conca delle Buse Alte. Qui si abbandona anche il 708 piegando a sinistra (sud) fino alla Sella delle Buse Alte, per poi risalire, sempre a sinistra, il vallone del che porta alla Forcella di Manstorna, tra la cima di Manstorna e Cima de Lastei.
    Giunti alla forcella è evidente a sinistra dello spigolo della Cima dei Lastei, l’inizio di una cengia obliqua con roccia un po’ friabile. La si segue, quindi sfruttando ulteriori cenge, si prosegue per la cresta fino alla cima. (segni rossi). Dal rifugio 5 ore. Dal Treviso, si può raggiungere nello stesso tempo la Forcella di Manstorna, lungo l’omonimo vallone, con maggiori tratti in arrampicata (2° grado).
    La discesa per il Vallone la proponiamo come alternativa al rientro sullo stesso percorso dell’andata. Le difficoltà non superano il II grado e sono prevalentemente concentrate nella parte alta. Il percorso richiede tuttavia attenzione continua anche se non ci sono problemi di orientamento dato che, una volta imboccato il Vallone è difficile uscire lateralmente. Dalla vetta si punta a NE a prendere la cengia che porta verso la Forcella di Manstorna e senza aggiungerla ci si cala sulle roccette sottostanti  nel fondo del Vallone che poi si segue lungamente, passando vicino alla vertiginosa parete della Cima Principale di Manstorna, finché sbocca sui comodi pendii ad ovest del Passo Canali che permettono di andare a riprendere in discesa il 707.
  • Una classica salita dal Rif. Treviso è la salita alla Cima Principale di Manstorna (2816m). Si tratta di una salita facile con difficoltà di I grado. Dal rifugio ci si porta al solito Passo Canali (2469m) con il sentiero 709 e qui si prende per un  breve tratto il 708 che va a OSO verso le Buse alte dove si abbandona anche il 708 e si gira a sud verso la gobba arrotondata della Cima Ovest (principale). Si risalgono le facili roccette che portano in vetta. Questa si presenta con un bordo netto che precipita a sud sulla verticalissima parete che forma il bordo del ripido Vallon di Manstorna. Dal rifugio circa 3 ore).
    Per il ritorno si segue lo stesso percorso. In 2,20 ore si torna al rifugio. Totale 5,30 ore.

 

Itinerari di arrampicata
Il Rifugio Treviso possiede 4 aree sportive: il Dente del Rifugio sulla sinistra, salendo, del Vallon delle Mughe a 30 minuti dal rifugio con 10 bellissimi itinerari, La Punta della Disperazione con 4 itinerari e La Torre Clara con 5, poco più in alto sulla destra del vallone a 40 minuti dal rifugio, ed il nuovo e sportivissimo Giardino dei Faggi, allo sbocco del Vallon della Caccia, a 30 minuti dal rifugio.

Dente del Rifugio

Via comune e discesa
Orientamento canale SE in basso e Cresta SE in alto
Sviluppo: 120m
Difficoltà:  D, IV+
Roccia: **
Tempo di avvicinamento: 35 minuti
Tempo di salita: ore 0,45
Tempo discesa: 0,35 ore
Tipo di itinerario: tradizionale con soste a spit+catena
Soste: si;  Chiodi intermedi: 1
Equipaggiamento: Nea
Valutazione complessiva: D, IV+, R1, I, 

 Si risale il Vallon delle Mughe fino all’altezza del caratteristico Gendarme della Pala sulla cresta del Dente. Si accosta la parete verso sinistra, andando alla base di un caminetto-canale sul bordo destro della parete del Dente.
Si sale dapprima facilmente poi un grande masso incastrato costringe a salire sulla parete di destra (IV, 1 chiodo). Si continua facilmente fino alla forcella passando da sotto un altro masso. Si aggira a nord il gendarme poi facilmente in vetta per tracce di sentiero. Tempo dal rifugio 1,40 ore.
DISCESA:  Si percorre la cresta arrotondata e con tracce evidenti in direzione del Gendarme. Si passa, scendendo qualche gradino, sul versante nord per aggirarlo. Passando poi sotto un masso si raggiunge uno spiazzo con la prima catena con anello per la discesa.. Due doppie consecutive di 25m permettono di raggiungere delle rocce più facili che si scendono in arrampicata.  Ore 0,30

Spigolo Ovest
Primi salitori: G. Franceschini  e B. Ferrario l’8-8-1959.
Orientamento: O
Sviluppo: 200m
Difficoltà: D-,IV-
Roccia: **
Tempo di avvicinamento: 30 minuti
Tempo di salita: ore 1,20
Tempo discesa: 1 ora
Tipo di itinerario: tradizionale con scarse protezioni
Soste: 50%;  Chiodi intermedi: 2
Equipaggiamento: Nea
Valutazione complessiva: D-, IV, R1, I, 

Via breve ma piacevole per la discreta roccia e la facilità di accesso. Ci si porta alla base in 30 minuti  dal Rifugio Treviso per il sentiero 720. Alla base della parete si traversa a sinistra fin dove inizia la  parete nord. La via inizia pochi metri prima salendo per delle cenge con mughi e dei buoni salti di roccia (40m, 1 ch di sosta) , mirando poi ad un ripiano con mughi sulla cresta (20m, III; sosta sui mughi). Si prosegue per un diedro e si fa sosta in una nicchia dopo 20 m (1ch.). Si esce a sinistra e 15 metri più in alto si riprende il camino prolungamento del diedro, passando sulla parete nord della cresta (IV). Salire ancora nel camino fino ad una spalla (30m, roccia un po’ friabile) dove si traversa a sinistra 10 m e si continua per lo spigolo fessurato che porta ad una cengia erbosa alla cui sinistra si trova la sosta (1ch di sosta). Proseguire per l’incombente paretina verso destra e poi a sinistra (1 ch). Ancora pochi metri e si raggiunge la fascia di mughi presso la vetta. Per la salita ore 1,20.
DISCESA:  (vedi via comune)

Via “Chiarastella”
Primi salitori: Alessandro e Renzo Timillero il 26-8-1987.
Orientamento: O
Sviluppo: 200m
Difficoltà: D+, IV+  con passi di V+
Roccia: ****
Tempo di avvicinamento:30 minuti
Tempo di salita: ore 2,30
Tempo discesa: 1 ora
Tipo di itinerario: tradizionale con scarse protezioni
Soste: complete;  Chiodi intermedi: 80%
Equipaggiamento: Nea
Valutazione complessiva: D+, V, R1, I, 

Bellissima arrampicata su roccia ottima, specialmente nella seconda parte. La via sale a destra dello spigolo ovest, superando nella prima parte un diedro giallo verticale e nella parte medio-alta una bella parete verticale ben articolata e solida. Subito sopra prende la Variante della Compagnia per raggiungere la vetta.
L1. Si obliqua leggermente a destra superando dei diedrini intervallati da terrazzini erbosi e qualche mugo fino alla base del diedro (45m, V, S1 3 m a destra);
L2. Si supera il diedro con un zig-zag sinistra-destra-sinistra, giungendo in cresta (40m, IV,V, S2 su mugo);
L3. Si sale il pil. centrale della parete (30m, III);
L4. Si continua per la bellissima placca successiva (25m, V-);
L5. Obliqui a sinistra per 15m poi in verticale fin sopra il secondo pilastro (V);
L6 ed L7. direttamente per la “Variante della Compagnia” in vetta.
DISCESA: (vedi via comune)

Variante della Compagnia
Primi salitori: L.P.R. Cappellari,  R.Timillero e V.Lotto
Orientamento: O
Sviluppo: 55m
Difficoltà: TD-, un tratto di V+
Roccia: ***
Tempo di avvicinamento: —-
Tempo di salita: ore 0,30
Tempo discesa: ——
Tipo di itinerario: tradizionale con discrete protezioni
Soste: si;  Chiodi intermedi: si
Equipaggiamento: Nea
Valutazione complessiva: TD-, V+, R1, I, 

Si tratta della variante con uscita diretta sul filo dello spigolo sul bordo sinistro-alto della parete ovest. Sicuramente consigliabile per la via dello spigolo, per la “Chiarastella” e per la Fessura Franceschini.

Via “Fessura Franceschini”
Primi salitori: G. Franceschini e D. Palminteri il 5-9-1944
Orientamento: SO
Sviluppo: 200m
Difficoltà: D+, IV con un passo di V+
Roccia: ***
Tempo di avvicinamento: 30 minuti
Tempo di salita: ore 2,30
Tempo discesa: 1 ora
Tipo di itinerario: tradizionale con sufficienti protezioni
Soste: complete;  Chiodi intermedi: 90%
Equipaggiamento: Nea
Valutazione complessiva: D+, V, R1, I, 
Per due lunghezze si superano dei piccoli salti di roccia con erba e mughi fino alla base della caratteristica fessura che taglia verticalmente la parete ovest (80m, sosta alla base della fessura con due chiodi ed una clessidra.) Si supera il primo tratto di fessura (25m, un passo di V, Sosta su un chiodo multiplo ed una clessidra artificiale); Si segue ancora la fessura che piega decisamente a sinistra, ben proteggibile (40m, IV, sosta con 2 chiodi). Un’altra lunghezza porta alla possibile deviazione per la “Variante della Compagnia”, dopo di che si obliqua a destra fin sotto una nicchia dalla quale si esce a destra raggiungendo la fascia di mughi sotto la vetta.
DISCESA: vedi via comune

Via Massarotto
Primi salitori: A. Massarotto e comp.
Orientamento: SO
Sviluppo: 200m
Difficoltà: TD-, IV con  passi di V+
Roccia: ****
Tempo di avvicinamento: 30 minuti
Tempo di salita: 2,30 ore
Tempo discesa: 1 ora
Tipo di itinerario: tradizionale
Soste: incomplete;  Chiodi intermedi: 50%
Equipaggiamento: Nea
Valutazione complessiva: TD-, V+, R1, I, 

Sale con due lunghezze, rispettivamente IV+ e V+, nel centro del pilastro tra la Fessura Franceschini e la Cai Cittadella raggiungendone il culmine (Sosta) e deviando poi leggermente a destra incrocia la Cai Cittadella superando una bella placca di V+ (Sosta su una cengia con grossi mughi). Un’ultima lunghezza più facile porta in vetta.
DISCESA: come 1s.

Via “CAI Cittadella”
Primi salitori: L. Cappellari, A. Piran e V. Lotto il 1-10-1979
Orientamento: SO
Sviluppo: 150m
Difficoltà: D+, IV con  passi di V+
Roccia: ****
Tempo di avvicinamento: 35 minuti
Tempo di salita:   3 ore
Tempo discesa: 1 ora
Tipo di itinerario: tradizionale
Soste: presenti;  Chiodi intermedi: 80%
Equipaggiamento: Nea
Valutazione complessiva: D+, V+, R1, I, 
Bella via, frequentata, con buona roccia.
Dal Rifugio portarsi sotto la parete SO salendo a destra  per un colatoio ripido, di rocce levigate dall’acqua, tornando poi a sinistra per una ripida cengia erbosa (foto 11). All’estrema sinistra inizia la via, alla base di una lunga serie di fessure-camino che in due brevi lunghezze portano ad un grosso spuntone. Sosta con due chiodi. Circa a metà il tratto più impegnativo (V+). Sullo spuntone incrocia la “Via Massarotto”, e continua in leggera diagonale a sinistra unendosi alla Franceschini-Palminteri nella grotta, sotto il diedro finale che porta in vetta.
DISCESA: vedi via comune.

“Via col vento”
Primi salitori: Samuele Scalet e Tullio Simoni nel gelido e ventoso 22-3-2002, chiodando dal basso.
Orientamento: SO
Sviluppo: 150m
Difficoltà: ED-, V con  un tratto di VII+
Roccia: ****
Tempo di avvicinamento: 35 minuti
Tempo di salita:  5 ore
Tempo discesa: 1 ora
Tipo di itinerario: semisportivo
Soste: presenti con catena;  Protezioni intermedie: 100%, utili dadi e frend medi
Equipaggiamento: Nea
Valutazione complessiva: ED-, VII+, R1, II, 
La più interessante e più abbordabile sportiva del Dente del Rifugio. Ottimamente protetta con soste a spit e catene. Si va all’attacco come per la “CAI Cittadella”.
DISCESA: vedi via comune.

Via “Franco Serantini”

Primi salitori: M. Zanolla, R. De Bortoli il 22-3-1975.
Orientamento: SO
Sviluppo: 150m
Difficoltà: VI+
Roccia: ****
Tempo di avvicinamento: 0,35 ore dal Rifugio Treviso
Tempo di salit:a 7 ore
Tempo discesa: 1 ora
Tipo di itinerario: trradizionale
Soste: incomplete;  Chiodi intermedi: 40%
Equipaggiamento: Nea con una buona scelta di frend.
Valutazione complessiva: D, VI+, R3, II, 
La via si svolge tutta nella nera fessura-camino immediatamente a destra di “Via col vento”.  Esce pochi metri a sinistra soltanto verso la fine. Si va all’attacco nello stesso modo della “Cai Cittadella”, fermandosi 20 metri prima. Si tratta di una via molto impegnativa, aperta con l’uso di 5 chiodi e dei cunei sostituibili con  frend. Indispensabili dei cordini..

“Via lattea”
Primi salitori: ‘Tullio Simoni e Samuele Scalet il 24-3-2002. chiodando dal basso.
Orientamento: SO
Sviluppo: 150m
Difficoltà: A1, VII; più facile la parte alta; prigioniera, attende qualcuno che la liberi.
Roccia: ****
Tempo di avvicinamento: 0,35 ore dal Treviso
Tempo di salita: 6 ore
Tempo discesa:1 ora
Tipo di itinerario: semisportivo
Soste: si;  Chiodi intermedi: si
Equipaggiamento: Nea
Valutazione complessiva: ED-, A1, VII+, R1, II, 
La più interessante e più difficile sportiva del Dente del Rifugio. Ottimamente protetta con soste a spit e catene. Si va all’attacco come per la “CAI Cittadella”.fermandosi però all’inizio della cengia. La spiegazione del nome è abbastanza ovvia! I dati necessari sono tutti riportati sullo schizzo.
DISCESA: vedi via comune.

“Via Marzia”
Primi salitori: Alessandro e Renzo Timillero il 13-9-1984
Orientamento: SSO
Sviluppo: 120m
Difficoltà: VI, A3
Roccia: ***
Tempo di avvicinamento: 0,35 ore dal Rifugio Treviso
Tempo di salita: 4 ore
Tempo discesa:  1 ora
Tipo di itinerario: tradizionale
Soste: si;  Chiodi intermedi: si
Equipaggiamento: Nea
Valutazione complessiva: TD+, VI, R1, II, 
La via segue interamente la fessura-diedro, nel primo tratto strapiombante, sul bordo destro della parete SSO. L’attacco si trova all’inizio della cengia erbosa che taglia alla base la parete fino alla “Cai Cittadella”, ed è in comune con la “Via lattea”.
L1.

Roda (2699m), Rodetta (2788) e Cima delle Scarpe (2802)

Queste tre cime appaiono dal Rifugio come dei modesti sollevamenti del bordo sud-occidentale dell’Altopiano. Rivolgono  invece verso sud, quindi verso il ghiacciaietto della Pala di San Martino, il lato alpinisticamente più interessante, costituito da pareti di buona roccia comprese fra 150 e 300m.
Delle tre cime non viene descritta la via comune, costituita in tutti i casi da circa 200m di rampa sassosa che digrada verso il rifugio senza presentare difficoltà o problemi di orientamento. Dalle creste il rifugio è sempre visibile.

Cima Roda – Via Gadotti-Andreotti

Primi salitori: F. Gadotti  e A. Andreotti  il 28/7/1973
Orientamento: O
Sviluppo: 250 m
Difficoltà: III con passi di V
Roccia: ***
Tempo di avvicinamento: 0,30 ore
Tempo di salita: 4 ore
Tempo discesa:0,20 ore
Tipo di itinerario: tradizionale
Soste: si;  Chiodi intermedi: si
Equipaggiamento: Nea  con una corda
Valutazione complessiva: D
Dal Rifugio Rosetta si scende lungo il sentiero 702 ad imboccare la Val di Roda e, dopo circa 20 minuti, si abbandona il sentiero e si attraversa su una grossa banca detritica con un marcato segno di sentiero fino a raggiungere la verticale della vetta. L’attacco è posto proprio sotto la verticale di un diedro al di sotto del quale, leggermente a sinistra, si notano dei grossi buchi su di una paretina liscia, sulla quale comincia l’ascesa e che si risalirà fino a giungere alla base del diedro stesso per effettuare la sosta (due tiri di corda, 120m, III). Da qui si risale il diedro (chiodo) e, superato questo, si obliqua a destra dietro un grosso pinnacolo staccato (sosta, chiodo, 40m, IV+, V).
A questo punto si attraversa verso sinistra su parete liscia, fino a portarsi sul fondo di un breve canale che conduce su una grossa nicchia (chiodo), che si supera o direttamente risalendo uno strapiombo o aggirandola leggermente a sinistra (chiodo), per giungere ad una grossa terrazza ed effettuare una sosta (30m, IV, V). Proseguire affrontando un netto traverso verso destra per alcuni metri, quindi salire sempre in obliquo in tale direzione fino ad una grossa cengia (sosta, chiodi, 40m, III+, IV), da cui salire dritti puntando ad un grosso diedro-camino ben visibile, tenendosi leggermente a destra soprattutto in prossimità di questo (grossa clessidra), per poi rientrare a sinistra e ginugere alla sua base (sosta, chiodi, 60m, III, III+). Seguire il diedro-camino arrampicandosi a tratti sulla sua parte destra (chiodi) fino a superarlo, quindi, portandosi a destra, superare una lama ben visibile per giungere ad una nuova sosta (chiodo, 45m, IV, IV+); portarsi nuovamente a destra su un breve diedro, superarlo, e proseguire su facili rocce che conducono alla cima (IV, II).

Cima Roda – Via Castiglioni

Primi salitori: E. Castiglioni ed E. Battisti il 5/8/1934
Orientamento: Spigolo SO
Sviluppo: 350m se iniziato alla base; oppure circa la metà se iniziata dal cengione della parete O
Difficoltà: III e IV
Roccia: **
Tempo di avvicinamento: 0,40 per l’attacco originario; 0,30 dal cengione
Tempo di salita: 2,30 (1,30)
Tempo discesa:0,20 ore
Tipo di itinerario: tradizionale
Soste: si;  Chiodi intermedi: si
Equipaggiamento: Nea con una corda
Valutazione complessiva:  AD, IV-, R1, I, 
Bella via piuttosto facile, raggiunge al massimo difficoltà di IV+. Può essere sicuramente consigliata non solo perché divertente e su buona roccia, ma anche perché grazie alla vicinanza dell’accesso e del ritorno al Rifugio Rosetta può essere considerata la via ideale per le giornate incerte.
Dal Rifugio Rosetta scendere per la Val di Roda lungo il sentiero 702, si noterà sulla sinistra una traccia di sentiero che attraversa orizzontalmente il ghiaione, seguendola fino alla fine si giungerà all’attacco della parete, da cui si comincia a salire lungo un canale, giungendo così ad una forcelletta, da dove è possibile ammirare la splendida parete Nord della Pala di San Martino. Questo è il punto in cui ci si trova sulla verticale dello spigolo. Da qui si sale per circa tre filate di corda tenendosi sulla destra dello spigolo, fino a raggiungere un grande anfiteatro, che si sviluppa sulla destra dello spigolo stesso. Rimontare subito il filo dello spigolo (IV e III) fino ad imboccare un canale, obliquo a destra, che conduce ad una comoda cengia sovrastata da un camino verticale. Risalire interamente il camino stesso per giungere ad una terrazza (IV, 40 m) alla destra della quale si sviluppano delle bellissime placche, che si risalgono senza via obbligata fino alla base di uno spigolo strapiombante situato in mezzo a due canali fessurati (due lunghezze, IV e III). Imboccare il camino posto sulla destra (IV) e percorrerlo nella sua totalità fino ad un terrazzo con una grande nicchia (dove è collocato il libro di via), quindi, dopo una filata di corda lungo rocce piuttosto friabili, si raggiunge la vetta.
La discesa dalla cima si effettua seguendo tracce di sentiero in direzione Nord, per giungere in circa 20 minuti al ben visibile Rifugio Rosetta.

Cima Roda – Via Franceschini-Ferrario

Primi salitori: G.Franceschini e B.Ferrario l’8/8/1963
Orientamento: parete SSE
Sviluppo: 300m
Difficoltà: IV-
Roccia: ***
Tempo di avvicinamento: 1 ora
Tempo di salita: 2 ore
Tempo discesa:0,20 ore
Tipo di itinerario: tradizionale
Soste: si;  Chiodi intermedi: si
Equipaggiamento: Nea con una corda
Valutazione complessiva: AD, IV-, R1, I, 
Dal Rifugio Rosetta si va all’attacco per il sentiero 702 scendendo al Col de le Fede e risalendo poi il costone erboso per una decina di minuti (1 ora dal rifugio). L’attacco si trova alla base di un canalino nero, poco prima di una colata d’acqua. Si risale il canalino per una breve lunghezza dopo di che si esce a sinistra lungo un pilastrino scuro che porta alla base di un diedro fessurato. Superato il diedro si incontra una nicchia dalla quale si prosegue sulla sinistra di un pilastro leggermente strapiombante. Qui cessano le difficoltà e si può salire ovunque per gradoni, paretine, caminetti e fessure.

Rodetta – ‘Via degli albergatori’

Primi salitori: R.De Bertolis, G.P. Scalet e A.Motter l’8/10/1972
Orientamento: Parete SO
Sviluppo: 300m
Difficoltà: IV con un tratto di V
Roccia: ***
Tempo di avvicinamento: 1 ora
Tempo di salita: 3 ore
Tempo discesa:0,20 ore
Tipo di itinerario: tradizionale
Soste: si;  Chiodi intermedi: si
Equipaggiamento: Nea con 1 corda
Valutazione complessiva: D, V, R1, I,  
Dal Rifugio Rosetta seguire il sentiero 702 imboccando, a scendere, la Val di Roda fino ad arrivare al Col de le Fede, da dove si abbandona il sentiero per cominciare a risalire verso sinistra, da prima su pascoli erbosi, quindi su ghiaie fino ad arrivare su delle placche non difficili (I – II), sempre in direzione del gran canale che divide la Cima Roda dalla Rodetta, dove, sulla destra, si può notare una grande fessura-camino.
Arrivati alla base, si attacca la parete sulla destra della fessura, superando subito una piccola pancia per poi arrampicare per circa 55m e quindi riportarsi dentro alla fessura per effettuare la sosta (IV – III+). Da qui riprendere il lato sinistro del canale e salire per circa 150m con tratti di arrampicata discontinua (III – III+) fino a giungere ad una marcata fessura scura. Si prosegue dapprima tenendosi leggermente a sinistra di questa, quindi, superata una pancia, ci si sposta nuovamente a destra in fessura (chiodo) per risalirla fino ad un piccolo terrazzo di sosta (chiodi, 45m, IV+, V). a questo punto si risale verso destra su una bella paretina, fino a giungere ad una leggera strozzatura (10m, IV), quindi si prosegue piegando leggermente a sinistra per pinnacoli e crestine (totale 60m, III – III+). Si prosegue per una serie di camini e salti di roccia piegando verso destra in maniera graduale fino ad una grossa nicchia gialla dove si effettua un ulteriore sosta (60m, III, III+); qui si noteranno anche, sulla sinistra, dei grossi tetti strapiombanti, mentre a destra, dei brevi caminetti lungo i quali si prosegue, su roccia friabile e arrampicata discontinua per circa altre due filate di corda fino alla cresta sommitale (III, III+).

Rodetta – Via Zagonel

Primi salitori: C. e L. Zagonel  nel 12/8/1938
Orientamento: Parete S
Sviluppo: 300m
Difficoltà: II con passaggi di III
Roccia: **
Tempo di avvicinamento: 1 ora
Tempo di salita: 2 ore
Tempo discesa:0,20 ore
Tipo di itinerario: tradizionale
Soste: si;  Chiodi intermedi: si
Equipaggiamento: Nea con 1 corda
Valutazione complessiva: AD, III, R1, I,  
Dal Rifugio Rosetta seguire il sentiero 702 imboccando, a scendere, la Val di Roda fino ad arrivare al Col de le Fede, da dove si abbandona il sentiero per cominciare a risalire verso sinistra, da prima su pascoli erbosi, quindi su ghiaie fino ad arrivare su delle placche non difficili (I – II), sempre in direzione del gran canale che divide la Cima Roda dalla Rodetta. Sulla destra, si può notare una serie di placche e ripidi lastroni che si risalgono fin dove la parete diventa più verticale. Si supera il salto per un camino che si segue fino poco oltre metà parete dove si incontra una cengia (qui si dirama la variante diretta De Bertolis-Bonsembianti) che si segue lungamente verso destra fino ad un canale-camino con frequenti salti di bella roccia, che porta verso la cresta sulla sinistra e quindi in vetta.
VARIANTE DIRETTA: Dalla cengia si continua obliquando leggermente a sinistra lungo uno spigolo giallastro (35m). Segue un caminetto che porta ad una nicchia che si evita passando a sinistra e si continua per un camino più facile che porta in cresta poco lontano dalla vetta.

Cima delle Scarpe – Via Franceschini-Guarnieri

Primi salitori:  G. Franceschini e A. Guarnieri il 26/7/1964
Orientamento: Parete O
Sviluppo: 200m
Difficoltà: III
Roccia: ***
Tempo di avvicinamento: 1 ora
Tempo di salita: 2,30 ore
Tempo discesa:0,20 ore
Tipo di itinerario: tradizionale
Soste: si;  Chiodi intermedi: 50%
Equipaggiamento: Nea con una corda
Valutazione complessiva: AD, III+, R1, 
Conviene andare alla base della parete valicando La forcelletta tra la Rodetta e la Cima delle Scarpe (v. più avanti). Una ora dal Rosetta. L’attacco si trova sulla verticale di una riga nera sulla sinistra di un pilastrino grigio ben visibile a metà parete. Dopo 35 m di bella arrampicata si raggiunge il bordo sinistro di un terrazzino. Si continua per 60m ad un’altra cengia e poi obliqui a sinistra per una lunghezza fino a prendere la rigola nera (chiodo). Si risale la rigola raggiungendo il pilastrino grigio, si continua sul bordo sinistro della rigola fino ad una nicchia (chiodo). Una lunghezza nella rigola, poi uno spigoletto sulla sinistra di una costola porta a rocce più facili che in 3 lunghezze portano in vetta.

Cima delle Scarpe – Via Leviti-Gabrielli

Primi salitori: A, Leviti e A.Gabrielli
Orientamento: S
Sviluppo: 250m
Difficoltà: IV+
Roccia: ***
Tempo di avvicinamento: 1,30
Tempo di salita: 2
Tempo discesa:0,20
Tipo di itinerario: tradizionale
Soste: si;  Chiodi intermedi: 50%
Equipaggiamento: Nea con una corda
Valutazione complessiva: D-, IV+, R1, 

I contenuti della pagina sono stati gentilmente concessi dalla Guida Alpina Tullio Simoni, gestore del rifugio Treviso